Un importante aiuto per i lavoratori che in base al loro handicap, età ,sesso e razza diversi dagli altri subiscono trattamenti differenti dal datore di lavoro è dato dalle novità della legge 216 – 2003 (la puoi leggere per intero in Gazzetta Ufficiale). La legge attua i principi della direttiva UE 2000/78/CE, mirando ad evitare disparità di trattamento.
Vera e propria novità della legge 216 del 2003, è quella di garantire le soluzioni come l’accomodamento ragionevole al disabile per permettergli di svolgere serenamente un lavoro e garantirgli sostanzialmente uguaglianza con tutti gli altri lavoratori. Per farlo, la legge si prepone di offrire loro tutte le soluzioni al fine di improntare un vero e proprio benessere organizzativo. Gli accomodamenti sono strumenti per una felice integrazione dei soggetti di cui sopra e dei lavoratori in generale.
Cosa prevede la legge?
Vengono focalizzate dalla legge i criteri di selezione e le condizioni di assunzione. L’occupazione e le condizioni di lavoro, compresi gli avanzamenti di carriera, la retribuzione e le condizioni di licenziamento. L’accesso a tutti i tipi e livelli di orientamento e formazione professionale, perfezionamento e riqualificazione professionale, inclusi i tirocini professionali. L’affiliazione e l’attività svolta nell’ambito di organizzazioni di lavoratori, di datori di lavoro o di organizzazioni professionali e le prestazioni erogate dalle medesime organizzazioni. La protezione sociale, inclusa la sicurezza sociale.
Tutto ciò che invece comporta una mancata soluzione ragionevole, determina una discriminazione. Ciò non riguarda solo i disabili, ma anche le donne e lavoratori anziani. Ad esempio, una estromissione da un regime di lavoro impegnativo per la loro peculiare condizione (turni notturni e straordinari) e formativo nello stesso tempo. Oppure, le limitazioni delle progressioni di carriera a chi usufruisce della legge 104/92 e alle donne in stato di gravidanza. Le discriminazioni spesso riguardano anche i soggetti che svolgono attività sindacale, o i soggetti che mirano ad andare in pensione con gli stessi diritti di altri.
Conclusioni
La legge offre ampie tutele per queste categorie di esclusi al fine di rimuovere tutti gli ostacoli sopracitati, anche mediante lo strumento della legge 67/2006. Quest’ultima, permette ai soggetti discriminati di esperire le procedure necessarie in via giudiziaria attraverso il coinvolgimento delle associazioni sindacali e le associazioni riconosciute dal Ministero del Lavoro. A riguardo, la UGL vuole rendersi operativa per garantire il massimo supporto a queste categorie che possono essere in qualche modo escluse, mediante un dialogo costruttivo per valorizzare al massimo sia il lavoratore che l’azienda, in termini di produttività e benessere lavorativo.